IN RICORDO DI FABIA

Come molti sapranno, l’anno nuovo è iniziato con una triste notizia: la scomparsa della collega e amica Fabia Franco.

Docente alla Middlesex University di Londra, si occupava di acquisizione del linguaggio, con particolare interesse, e passione, per il ruolo della musica e del canto nello sviluppo della competenza comunicativa.
Le amiche e colleghe, alle quali abbiamo chiesto un ricordo di Fabia, la descrivono come una persona ricca di passione, intelligenza e generosità, fonte di ispirazione e sostegno, anche per i più giovani. Pensando a lei, emerge un profondo senso di gratitudine e ammirazione, anche per il grande senso di positività che ha saputo trasmettere a chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarla. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nella vita di chi l’ha amata e apprezzata.

Mirco Fasolo


L’associazione CLASTA desidera ricordare Fabia con un sorriso radioso e la sua disponibilità. Queste foto rappresentano un meraviglioso ricordo risalente a settembre 2022, quando la comunità di CLASTA ha organizzato un simposio durante il convegno dell’AIP in onore di Laura D’Odorico. A questo simposio hanno partecipato tutti gli allievi e le allieve di Laura, inclusa Fabia, arrivata da Londra. Vogliamo conservare questo ricordo di lei accanto a noi.

Il Direttivo CLASTA


Di Fabia ho ricordi belli, nitidi, luminosi. Non abbiamo lavorato insieme, ma abbiamo condiviso interessi, passioni, posizionamenti. I nostri primi incontri sono di inizio anni ’90, entrambe impegnate in studi e ricerche nell’ambito della comunicazione e del comportamento non verbale, ma quello che ci ha unito di più è stata l’esperienza condivisa del primo sabbatico, per entrambe in Gran Bretagna: Cambridge per lei, Oxford per me. Si apriva un mondo, si ampliavano i confini, si rendeva possibile la messa in gioco di parti di noi stesse fino allora poco esplorate. Un po’ expats, un po’ cittadine di un universo scientifico affascinante, con tutti gli entusiasmi, le perplessità, le contraddizioni dell’essere giovani, donne, mediterranee, non certo iper-abbienti, in un contesto anglosassone molto competitivo. Per me si è trattato solo di un anno accademico, con nostre belle visite reciproche in occasione di conferenze o per incontri amicali in quei luoghi di sogno, poi sono rientrata in Italia. Fabia ha rilanciato con un secondo anno sabbatico, poi si è stabilita lì, con Francois. Ci siamo viste ancora altre volte, da lei e Francois, a Cambridge, molto più spesso in Italia, sia in Piemonte, sia, più di frequente, tra Padova e Venezia. Conferenze, convegni in scenari eleganti, ricordo Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, ma anche cenette a margine di un concerto d’opera alla Fenice, con lei sempre più interessata e attiva nel bel canto oltre che, più in generale, nella musica e nella musicoterapia. Negli ultimi anni, contavamo su un appuntamento o più a Venezia, a settembre, in occasione della Biennale di Arte e di Architettura. L’ultimo a settembre scorso, con aggiornamenti, scambi di idee, progetti.
Poi una chiusura brusca.
Fabia mi manca e mi mancherà, ma sono grata di averla conosciuta.

Alberta



Gioviale e appassionata, così ricordo Fabia: una ricercatrice sempre aperta al confronto e alla condivisione, pronta ad aiutare e sostenere soprattutto chi, come me all’epoca dei nostri primi incontri, era ancora in formazione e un po’ precario. Fabia metteva enorme passione nel proprio lavoro ed era capace di trasmetterla agli altri. Quando parlava di musica, dentro e fuori dal laboratorio, si poteva apprezzare la sua gioia e il suo entusiasmo. Incontrarla e poter collaborare con lei è stata una bellissima esperienza.

Chiara


Quando ho conosciuto Fabia, nel 1990 a Stirling (Scozia), era research assistent di George Butterworth presso la University of Stirling. Dopo 1 o 2 anni tornò a Padova per poi rientrare definitivamente in UK all’inizio degli anni 2000. Il primo incontro è avvenuto durante la IV European Conference of Developmental Psychology che costituiva la conferenza regionale della ISSBD. George Butterworth di lì a poco fondò insieme ad altri colleghi la European Association for Developmental Psychology di cui fu presidente fino al 2000. Fabia presentò alla conferenza europea il suo primo studio sul gesto di indicare (confluito nella citatissima pubblicazione Franco e Butterworth 1996).
Io iniziavo il mio soggiorno durante il dottorato nel loro laboratorio per imparare il paradigma di ricerca sul pointing che Fabia aveva messo a punto e fare la mia prima raccolta dati con i bambini su questo tema. Il mese passato a lavorare con lei non solo è stato di grande ispirazione sul piano scientifico per le sue capacità e la disponibilità a coinvolgermi nei diversi aspetti della ricerca, ma è stato anche l’avvio di una amicizia che seppur non intensa è stata profonda e affettuosa. Sin da subito ci siamo trovate con piacere in lunghe chiacchierate di lavoro e di vita, meglio se esplorando bei luoghi o sedute ad una buona tavola. E così abbiamo continuato a fare nelle occasioni in cui gli eventi della vita ci hanno permesso di passare del tempo insieme.

Paola



Conoscerla, collaborare con lei, assaporare la sua passione, l’entusiasmo e lo stupore che aveva quando parlava di ricerca, in particolare di musica, è stato per me un enorme privilegio. Fabia è per me ispirazione, stimolo e supporto; lo ha sempre dimostrato con i suoi studenti e colleghi.  Mi rimarrà il ricordo di una scienziata determinata e appassionata, di una donna forte e combattente che, nonostante la sua estrema dolcezza, riusciva a trasmettermi coraggio e determinazione nell’affrontare i problemi. Una volta conosciuta era praticamente impossibile allontanarsi da lei, rimaneva sempre un filo invisibile che ti legava a Fabia, anche se eri a km di distanza e presa da altri progetti. Lei c’era sempre, per un consiglio, una chiacchierata… scriveva “ciao, hai tempo per 2 chiacchiere” e mandava subito link zoom, anche se le sue settimane erano un casino. Ci mancherai Fabia, mi mancherai!

Maria Chiara



Ho conosciuto Fabia al suo ritorno dalla Scozia, durante il mio dottorato. Siamo diventate amiche subito. Nonostante appartenessimo a due settori disciplinari diversi, abbiamo lavorato un po’ insieme, al pointing e ai verbi di percezione visiva. I nostri rapporti sono stati personali, più che professionali, ma posso dire che lei, per me, ha sempre avuto tempo, mi ha consigliata, incoraggiata e si è entusiasmata per il mio lavoro. È stata un’amica meravigliosa e generosa, sempre felice di condividere le sue passioni e nuove esperienze. La scorsa settimana (1° marzo 2024) sono andata al suo funerale a Cambridge. Tutti la ricordiamo nello stesso modo, come una donna fortissima e capace di emanare un calore speciale, intelligente, onesta, chiara e limpida. Tutti pensano di essere stati fortunati ad averla incontrata, ad essere stati amati da lei e a poter essere dentro alla sua vita. Siamo stati dei privilegiati e chissà come faremo senza Fabia. 

Alessandra


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